APPENDICI E FONTI
Appendice A
Dopo l’8 settembre l’archivio riservato fu trasferito al Nord, insieme alla documentazione prodotta nel periodo dei 45 giorni, che il maresciallo Badoglio non riuscì a portare con sé lasciando Roma. All’inizio del 1944 l’archivio riservato era sistemato a palazzo Feltrinelli a Gargnano sul Garda, insieme all’archivio segreto. Dal carteggio della segreteria particolare, Mussolini, poco prima della sua fine, sottrasse parte dei documenti, alcuni dei quali furono sequestrati dai partigiani al momento della cattura e inviati a Caserta. La documentazione stralciata da Mussolini ebbe vicende fortunose e andò in parte perduta. Fin dalla fine dell’aprile 1945 gli alleati erano entrati in possesso dell’archivio riservato e lo avevano trasferito al quartier generale dell’esercito alleato a Caserta. Da Caserta l’archivio fu portato a Roma nei depositi di via Veneto 56, dove era stata concentrata documentazione del ministero degli affari esteri, parte di quella del ministero dell’interno, del ministero della cultura popolare e altri raggruppamenti minori di documenti, per consentirne l’esame e il microfilm da parte della Joint Allied Research Agency, costituita nel luglio-agosto 1945. Gli originali, con delle lacune, rispetto ai microfilm, furono quindi restituiti al governo italiano e versati poi all’Archivio centrale dello Stato (vedi anche Archivi in fotocopia e microfilm, Personal papers of Benito Mussolini e Altri documenti microfilmati dalla Joint Allied Intelligence Agency, pp. 264-265). I fascicoli conservano l’originaria classificazione per categorie contraddistinte da sigle alfabetiche o numeriche: si tratta in prevalenza di fascicoli personali relativi a personalità politiche, esponenti del partito, ufficiali dell’esercito e della milizia volontaria sicurezza nazionale, esponenti dell’industria e della finanza, persone contrarie o non aderenti al regime, fuorusciti, confinati, familiari del capo del governo e persone entrate per diverse circostanze in rapporto con il capo del governo. Molti fascicoli comprendono note informative della divisione polizia politica, della direzione generale della pubblica sicurezza e degli uffici politici della milizia.
Appendice B
Armando Rocchi nasce a Roma nel 1898, parte volontario nella 1ª Guerra Mondiale durante la quale viene fatto prigioniero in Albania, dove resterà gravemente ferito. Dal 1937 al 1939 prende parte alla Guerra di Spagna come ufficiale. Dal 1941 al 1943 partecipa alle operazioni di guerra svoltesi in Albania, Jugoslava e Montenegro come il Seniore Comandante del 102° Battaglione Camicie Nere d’Assalto, dove viene di nuovo ferito. Dal 1943 al 1945 ricopre diverse cariche, tra le quali Capo della Provincia di Perugia e Commissario straordinario del Governo per l’Emilia Romagna. Nel dopoguerra fu sottoposto a vari procedimenti penali per collaborazionismo ed altri reati.(1) Si può trovare una fotografia di Rocchi sul sito www.armandorocchi.it
Appendice C
Guido Lana frequentò il liceo classico Mariotti a Perugia e si laureò in economia e commercio all’Università di Firenze. Lavorò presso le concessionarie Fiat a Firenze e Siena prima di diventare il direttore del filale Renault a Firenze. In seguito costituì una società di vendita di camper e accessori ricambi a Sesto Fiorentino. Nel ’90 andò in pensione e tornò al suo paese natio, Castiglione del Lago, dove si interessò nelle ricerche storiche locali. Fece una campagna per ripristinare la cappella di San Domenico e nel febbraio del 1998 le sue ricerche portarono alla luce sotto cinque strati di varie imbiancature un affresco cinquecentesco della Beata Vergine del Vitellino nella piccola chiesa della frazione omonima. Morì nel febbraio del 2004.
La testimonianza di Guido Lana comprende una descrizione degli eventi del 15 giugno, il giorno in cui circa quaranta tedeschi arrivarono all’isola a cercare i partigiani:
Scapparono tutti... noialtri avevamo due barche e rimanemmo senza. Noi correndo, tutta la famiglia, ci nascondemmo in una specie di boschetto lungo il lago e ci trovammo (sotto) uno scoglio grosso e il povero nonno disse, ‘Mettiamoci qui,’ e ci si buttò in terra dietro lo scoglio. Ora il caso volle che senza accorgersene noi ci si fermò proprio sotto l’affacciatoio, il viale che porta su al castello... ci salvò un agave enorme, spinosa, che ci fece da scudo, perchè noi ce l’avemmo sopra la testa... e questi (i tedeschi nda) da lassù, cominciarono a sparare ai pescatori che fuggivano... Intanto stava facendo notte, e vi posso assicurare che vedere le raffiche con i traccianti che si avvicinavano non era una cosa piacevole. Io ero sdraiato sulla schiena con i sassi che si erano conficcati... la Sandra si era infilata le dita nelle orecchie per non sentire gli spari. L’ultima raffica l’ho vista all’altezza della testa, ho visto partire l’albero davanti a me. ‘Adesso ci tocca.’ Però, siccome c’era questa agave davanti a loro, non ci vedevano. Era l’agave che ci ha salvato.
Guido spiega che dopo la partenza delle sentinelle tedesche suo padre tornò in paese dove la gente rimasta si era radunata nella casa di un pescatore. Anche la famiglia Lana si recò lì, dove l’unico posto libero era sotto il tavolo da cucina. Il nonno Giovanni si decise di andare in giro a cercare una barca:
Lui giustamente diceva, ‘Alle donne non fanno niente, semmai, se la prendono con noi uomini, se riesco a trovare una barca noi ci allontaniamo.’ E gira gira trova la barca che era proprio di Paci, che era affondata proprio davanti... si mette lì senza fare rumore, la svuota poi ci imbarcammo, noi e il povero babbo, con l’impegno che ci saremo affacciati al lago per vedere quando si poteva tornare. Le donne dovevano mettere un segnale sopra le pietre del porto e così si fece... dopo tre giorni vedemmo il segnale – avevano smesso di sparare quella stessa sera, poi andarono via.
Da questa testimonianza si può dedurre che i Lana lasciarono l’isola durante la notte del 15 e tornarono la sera del 18. Il giorno successivo Luigi Lana, come ci spiega Piazzesi, diede il suo consenso al progetto di don Ottavio nell’organizzare la partenza dei detenuti. Un detenuto rimase all’isola perché era stato ferito:
i confinati... uno di questi era un certo Berg. Per scappare dal castello, invece di prendere il viottolo che scende giù da San Francesco (il convento nda) ne fece un altro e cadde finendo in una spinaia, quindi vi rimase mezzo morto laggiù... (Gli isolani) lo aiutarono... quando sono arrivati gli inglesi questo sudicione andò dal comandante e disse, ‘Quello è il figlio del comandante del campo di concentramento.’ E quello, (il comandante britannico nda) molto più giudizioso di lui, gli disse, ‘Noi con i bambini non ci confondiamo.’ Avevo quindici anni. Gli inglesi erano venuti da Tuoro. (dopo il 3 luglio nda)
Riporta che una sera sul tardi un ufficiale inglese venne all’isola a casa loro e trovò suo padre in pigiama e pantofole. Lo avvertì che sarebbero venuti ad arrestarlo il giorno seguente e così fu. Lo portarono a Padula dove rimase incarcerato per quasi due anni.
Appendice D
Le radio clandestine della seconda guerra mondiale
Radio modello valigia, usata dai servizi speciali britannici (intelligence), ideata per ricevere e inviare messaggi in codice fino ad un raggio di 800 km. La radio più piccola del suo genere. Gli americani usavano un modello simile AN/PRC-1.
Nachfeldpeiler P57N – Radio goniometro tedesca
Radio tedesca, montata su un camioncino, usata per individuare l'ubicazione delle radio ricetrasmittenti. Furono usati in Italia dopo l'8 settembre '44 per scovare le radio usate dalla Resistenza. Erano capaci di trovare con precisione l'ubicazione di una radio ricetrasmittente..
(non va dimenticato che il reparto tedesco stazionato a Vernazzano apparteneva alla Feldgendarmerie, che avevano il compito specifico di neutralizzare i partigiani.)
Dal sito www.museumofworldwarii.com
Appendice E
Le persone e fonti consultate dal dott. Gianfranco Cialini erano le seguenti:
Persone
dott.ssa Janet Kinrade Dethick
prof. Gustavo Reichenbach - comunità ebraica di Perugia
ing. Raffaele Pace - Archivio comunità ebraica di Roma
dott.ssa Isabella Farinelli - Archivio diocesano di Perugia
dott. Emiddio De Longis - Università di Roma
dott.ssa Costanza del Giudice - Archivio di Stato di Perugia
Franco Volpini - giornalista della Rai-Umbria
Archivi
Archivio di Stato di Roma - Atti del Processo contro il Prefetto Rocchi
Archivio diocesano di Perugia - Lettera di ringraziamento al vescovo dell’epoca mons. Vianello, per la loro liberazione dovuta a don Ottavio Posta firmata da quattro ebrei – Bice Todros Ottolenghi, Giuliano Coen, Albertina Coen e Livia Coen data 23 agosto 1944 (La minuta è stata trovata dall’Arcivescovo di Perugia mons Giuseppe Chiaretti nell’Archivio parrocchiale d’Isola Maggiore)
- Relazione fatta al vescovo mons. Vianello, a seguito di una richiesta ‘Riservata’ della Sacra Congregazione Concistoriale della S. Sede datata 5 settembre 1944, da don Ottavio sulla vicenda degli ebrei d’Isola Maggiore e sull’eccidio degli abitanti dell’Isola da parte dei tedeschi (La relazione è stata trovata dal dott. Cialini)
FONTI CONSULTATE DA Janet Kinrade Dethick
Archivi
Archivio di Stato Perugia - Gabinetto della Prefettura, Busta 42 Fascicolo 3 Cartelle 28-9, e Busta 202 Cartella BS
Archivio della famiglia Rocchi, depositato 2006 - Atti del Processo Rocchi, Busta 5 Album 1 fotografia 130
National Archives London
Diario di Guerra 78 British Infantry Division WO 170/499
Diario di Guerra 5 Northamptonshire Regiment WO 170/1466
Diario di Guerra 1 Royal Irish Fusiliers WO 170/1406
Diario di Guerra 2 Cameron Highlanders WO 170/1317
Elenco dei morti, cimitero di Orvieto nell’opuscolo Commonwealth War Dead Commonwealth War Graves Commission wwwcwgc.org
Libri
Bistoni Remo Una Chiesa Presente Volumnia 2000
Boscherini Leopoldo La sulla è fiorita Le Balze Montepulciano 2004
Boscherini Leopoldo La persecuzione degli ebrei a Perugia ottobre 1943-luglio 1944 Le Balze Montepulciano 2005
Calosci Giuseppe Rocchi A. Memoriale dattiloscritto s.d. cc. 2/5; 113/ 117 Dichiarazione, copia testimonianza per Processo Rocchi del 22 novembre 1948
Chiaretti Mons. Giuseppe (Arcivescovo Metropolita di Perugia-Città della Pieve) Don Ottavio Posta Amico degli Ebrei portati all’Isola Archidiocesi di Perugia- Città della Pieve 2007
Droandi Enzo Arezzo distrutta. I massacri avvenuti attorno ad Arezzo nei Documenti della Wehrmacht Calosci Cortona 1995
Ebrei: Identità e confronti in Zakhor: rivista di Storia degli Ebrei d’Italia v/2001-2002 ed. Giuntina
Fiorucci Mario Le Forze Armate della RSI sul fronte di Perugia nel giugno del ‘44 in Gli Alleati in Umbria (1944-1945) Fondazione Uguccione Ranieri di Sorbello Perugia 2000
Nunzi Pietro Cronache di guerra nel comune di Cortona giugno-luglio 1944 in Pancrazi Pietro La Piccola Patria Stabilimento Tipografico Commerciale Cortona 1946
Pannella Luisa Coggi Memorie op. cit. in La persecuzione degli ebrei a Perugia ottobre 1943-luglio 1944 Boscherini Leopoldo Le Balze Montepulciano 2005
Radi Gelardo L’Isola dei buoni Pescatori e il Parroco don Ottavio Posta Comune di Tuoro 2008
Rossi Raffaele (a cura di) La Liberazione e la ripresa democratica in Storia d’Italia. Perugia Sellino Milano v/3 1993
Rossi Tommaso Il difficile cammino Editoriale Umbria 2005
Sacco Solismo Storia della Resistenza nella zona sud-ovest Trasimeno Quaderni Regione dell’Umbria 1991
Scarpocchi Sauro Diario di Bordo Artegraf Città di Castello 2006
Siti web
wwwarmandorocchi.it
wwwalbertostramaccioni.it
wwwbibliocastiglione.it
wwwcgilumbria.it/documenti/memoria27.01.2009
wwwcomunemagionepg.it
wwwcomunetuoro-sul-trasimeno.it
wwwcwgc.org
wwwiinfodatacamerawork.it
wwwpaesaggiregioneumbria.eu
wwwpoliziadistato.it
wwwquirinale.it
wwwtrasinet.it
wwwwikipedia.com
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1wwwarmandorocchi.it
Appendice A
Dopo l’8 settembre l’archivio riservato fu trasferito al Nord, insieme alla documentazione prodotta nel periodo dei 45 giorni, che il maresciallo Badoglio non riuscì a portare con sé lasciando Roma. All’inizio del 1944 l’archivio riservato era sistemato a palazzo Feltrinelli a Gargnano sul Garda, insieme all’archivio segreto. Dal carteggio della segreteria particolare, Mussolini, poco prima della sua fine, sottrasse parte dei documenti, alcuni dei quali furono sequestrati dai partigiani al momento della cattura e inviati a Caserta. La documentazione stralciata da Mussolini ebbe vicende fortunose e andò in parte perduta. Fin dalla fine dell’aprile 1945 gli alleati erano entrati in possesso dell’archivio riservato e lo avevano trasferito al quartier generale dell’esercito alleato a Caserta. Da Caserta l’archivio fu portato a Roma nei depositi di via Veneto 56, dove era stata concentrata documentazione del ministero degli affari esteri, parte di quella del ministero dell’interno, del ministero della cultura popolare e altri raggruppamenti minori di documenti, per consentirne l’esame e il microfilm da parte della Joint Allied Research Agency, costituita nel luglio-agosto 1945. Gli originali, con delle lacune, rispetto ai microfilm, furono quindi restituiti al governo italiano e versati poi all’Archivio centrale dello Stato (vedi anche Archivi in fotocopia e microfilm, Personal papers of Benito Mussolini e Altri documenti microfilmati dalla Joint Allied Intelligence Agency, pp. 264-265). I fascicoli conservano l’originaria classificazione per categorie contraddistinte da sigle alfabetiche o numeriche: si tratta in prevalenza di fascicoli personali relativi a personalità politiche, esponenti del partito, ufficiali dell’esercito e della milizia volontaria sicurezza nazionale, esponenti dell’industria e della finanza, persone contrarie o non aderenti al regime, fuorusciti, confinati, familiari del capo del governo e persone entrate per diverse circostanze in rapporto con il capo del governo. Molti fascicoli comprendono note informative della divisione polizia politica, della direzione generale della pubblica sicurezza e degli uffici politici della milizia.
Appendice B
Armando Rocchi nasce a Roma nel 1898, parte volontario nella 1ª Guerra Mondiale durante la quale viene fatto prigioniero in Albania, dove resterà gravemente ferito. Dal 1937 al 1939 prende parte alla Guerra di Spagna come ufficiale. Dal 1941 al 1943 partecipa alle operazioni di guerra svoltesi in Albania, Jugoslava e Montenegro come il Seniore Comandante del 102° Battaglione Camicie Nere d’Assalto, dove viene di nuovo ferito. Dal 1943 al 1945 ricopre diverse cariche, tra le quali Capo della Provincia di Perugia e Commissario straordinario del Governo per l’Emilia Romagna. Nel dopoguerra fu sottoposto a vari procedimenti penali per collaborazionismo ed altri reati.(1) Si può trovare una fotografia di Rocchi sul sito www.armandorocchi.it
Appendice C
Guido Lana frequentò il liceo classico Mariotti a Perugia e si laureò in economia e commercio all’Università di Firenze. Lavorò presso le concessionarie Fiat a Firenze e Siena prima di diventare il direttore del filale Renault a Firenze. In seguito costituì una società di vendita di camper e accessori ricambi a Sesto Fiorentino. Nel ’90 andò in pensione e tornò al suo paese natio, Castiglione del Lago, dove si interessò nelle ricerche storiche locali. Fece una campagna per ripristinare la cappella di San Domenico e nel febbraio del 1998 le sue ricerche portarono alla luce sotto cinque strati di varie imbiancature un affresco cinquecentesco della Beata Vergine del Vitellino nella piccola chiesa della frazione omonima. Morì nel febbraio del 2004.
La testimonianza di Guido Lana comprende una descrizione degli eventi del 15 giugno, il giorno in cui circa quaranta tedeschi arrivarono all’isola a cercare i partigiani:
Scapparono tutti... noialtri avevamo due barche e rimanemmo senza. Noi correndo, tutta la famiglia, ci nascondemmo in una specie di boschetto lungo il lago e ci trovammo (sotto) uno scoglio grosso e il povero nonno disse, ‘Mettiamoci qui,’ e ci si buttò in terra dietro lo scoglio. Ora il caso volle che senza accorgersene noi ci si fermò proprio sotto l’affacciatoio, il viale che porta su al castello... ci salvò un agave enorme, spinosa, che ci fece da scudo, perchè noi ce l’avemmo sopra la testa... e questi (i tedeschi nda) da lassù, cominciarono a sparare ai pescatori che fuggivano... Intanto stava facendo notte, e vi posso assicurare che vedere le raffiche con i traccianti che si avvicinavano non era una cosa piacevole. Io ero sdraiato sulla schiena con i sassi che si erano conficcati... la Sandra si era infilata le dita nelle orecchie per non sentire gli spari. L’ultima raffica l’ho vista all’altezza della testa, ho visto partire l’albero davanti a me. ‘Adesso ci tocca.’ Però, siccome c’era questa agave davanti a loro, non ci vedevano. Era l’agave che ci ha salvato.
Guido spiega che dopo la partenza delle sentinelle tedesche suo padre tornò in paese dove la gente rimasta si era radunata nella casa di un pescatore. Anche la famiglia Lana si recò lì, dove l’unico posto libero era sotto il tavolo da cucina. Il nonno Giovanni si decise di andare in giro a cercare una barca:
Lui giustamente diceva, ‘Alle donne non fanno niente, semmai, se la prendono con noi uomini, se riesco a trovare una barca noi ci allontaniamo.’ E gira gira trova la barca che era proprio di Paci, che era affondata proprio davanti... si mette lì senza fare rumore, la svuota poi ci imbarcammo, noi e il povero babbo, con l’impegno che ci saremo affacciati al lago per vedere quando si poteva tornare. Le donne dovevano mettere un segnale sopra le pietre del porto e così si fece... dopo tre giorni vedemmo il segnale – avevano smesso di sparare quella stessa sera, poi andarono via.
Da questa testimonianza si può dedurre che i Lana lasciarono l’isola durante la notte del 15 e tornarono la sera del 18. Il giorno successivo Luigi Lana, come ci spiega Piazzesi, diede il suo consenso al progetto di don Ottavio nell’organizzare la partenza dei detenuti. Un detenuto rimase all’isola perché era stato ferito:
i confinati... uno di questi era un certo Berg. Per scappare dal castello, invece di prendere il viottolo che scende giù da San Francesco (il convento nda) ne fece un altro e cadde finendo in una spinaia, quindi vi rimase mezzo morto laggiù... (Gli isolani) lo aiutarono... quando sono arrivati gli inglesi questo sudicione andò dal comandante e disse, ‘Quello è il figlio del comandante del campo di concentramento.’ E quello, (il comandante britannico nda) molto più giudizioso di lui, gli disse, ‘Noi con i bambini non ci confondiamo.’ Avevo quindici anni. Gli inglesi erano venuti da Tuoro. (dopo il 3 luglio nda)
Riporta che una sera sul tardi un ufficiale inglese venne all’isola a casa loro e trovò suo padre in pigiama e pantofole. Lo avvertì che sarebbero venuti ad arrestarlo il giorno seguente e così fu. Lo portarono a Padula dove rimase incarcerato per quasi due anni.
Appendice D
Le radio clandestine della seconda guerra mondiale
Radio modello valigia, usata dai servizi speciali britannici (intelligence), ideata per ricevere e inviare messaggi in codice fino ad un raggio di 800 km. La radio più piccola del suo genere. Gli americani usavano un modello simile AN/PRC-1.
Nachfeldpeiler P57N – Radio goniometro tedesca
Radio tedesca, montata su un camioncino, usata per individuare l'ubicazione delle radio ricetrasmittenti. Furono usati in Italia dopo l'8 settembre '44 per scovare le radio usate dalla Resistenza. Erano capaci di trovare con precisione l'ubicazione di una radio ricetrasmittente..
(non va dimenticato che il reparto tedesco stazionato a Vernazzano apparteneva alla Feldgendarmerie, che avevano il compito specifico di neutralizzare i partigiani.)
Dal sito www.museumofworldwarii.com
Appendice E
Le persone e fonti consultate dal dott. Gianfranco Cialini erano le seguenti:
Persone
dott.ssa Janet Kinrade Dethick
prof. Gustavo Reichenbach - comunità ebraica di Perugia
ing. Raffaele Pace - Archivio comunità ebraica di Roma
dott.ssa Isabella Farinelli - Archivio diocesano di Perugia
dott. Emiddio De Longis - Università di Roma
dott.ssa Costanza del Giudice - Archivio di Stato di Perugia
Franco Volpini - giornalista della Rai-Umbria
Archivi
Archivio di Stato di Roma - Atti del Processo contro il Prefetto Rocchi
Archivio diocesano di Perugia - Lettera di ringraziamento al vescovo dell’epoca mons. Vianello, per la loro liberazione dovuta a don Ottavio Posta firmata da quattro ebrei – Bice Todros Ottolenghi, Giuliano Coen, Albertina Coen e Livia Coen data 23 agosto 1944 (La minuta è stata trovata dall’Arcivescovo di Perugia mons Giuseppe Chiaretti nell’Archivio parrocchiale d’Isola Maggiore)
- Relazione fatta al vescovo mons. Vianello, a seguito di una richiesta ‘Riservata’ della Sacra Congregazione Concistoriale della S. Sede datata 5 settembre 1944, da don Ottavio sulla vicenda degli ebrei d’Isola Maggiore e sull’eccidio degli abitanti dell’Isola da parte dei tedeschi (La relazione è stata trovata dal dott. Cialini)
FONTI CONSULTATE DA Janet Kinrade Dethick
Archivi
Archivio di Stato Perugia - Gabinetto della Prefettura, Busta 42 Fascicolo 3 Cartelle 28-9, e Busta 202 Cartella BS
Archivio della famiglia Rocchi, depositato 2006 - Atti del Processo Rocchi, Busta 5 Album 1 fotografia 130
National Archives London
Diario di Guerra 78 British Infantry Division WO 170/499
Diario di Guerra 5 Northamptonshire Regiment WO 170/1466
Diario di Guerra 1 Royal Irish Fusiliers WO 170/1406
Diario di Guerra 2 Cameron Highlanders WO 170/1317
Elenco dei morti, cimitero di Orvieto nell’opuscolo Commonwealth War Dead Commonwealth War Graves Commission wwwcwgc.org
Libri
Bistoni Remo Una Chiesa Presente Volumnia 2000
Boscherini Leopoldo La sulla è fiorita Le Balze Montepulciano 2004
Boscherini Leopoldo La persecuzione degli ebrei a Perugia ottobre 1943-luglio 1944 Le Balze Montepulciano 2005
Calosci Giuseppe Rocchi A. Memoriale dattiloscritto s.d. cc. 2/5; 113/ 117 Dichiarazione, copia testimonianza per Processo Rocchi del 22 novembre 1948
Chiaretti Mons. Giuseppe (Arcivescovo Metropolita di Perugia-Città della Pieve) Don Ottavio Posta Amico degli Ebrei portati all’Isola Archidiocesi di Perugia- Città della Pieve 2007
Droandi Enzo Arezzo distrutta. I massacri avvenuti attorno ad Arezzo nei Documenti della Wehrmacht Calosci Cortona 1995
Ebrei: Identità e confronti in Zakhor: rivista di Storia degli Ebrei d’Italia v/2001-2002 ed. Giuntina
Fiorucci Mario Le Forze Armate della RSI sul fronte di Perugia nel giugno del ‘44 in Gli Alleati in Umbria (1944-1945) Fondazione Uguccione Ranieri di Sorbello Perugia 2000
Nunzi Pietro Cronache di guerra nel comune di Cortona giugno-luglio 1944 in Pancrazi Pietro La Piccola Patria Stabilimento Tipografico Commerciale Cortona 1946
Pannella Luisa Coggi Memorie op. cit. in La persecuzione degli ebrei a Perugia ottobre 1943-luglio 1944 Boscherini Leopoldo Le Balze Montepulciano 2005
Radi Gelardo L’Isola dei buoni Pescatori e il Parroco don Ottavio Posta Comune di Tuoro 2008
Rossi Raffaele (a cura di) La Liberazione e la ripresa democratica in Storia d’Italia. Perugia Sellino Milano v/3 1993
Rossi Tommaso Il difficile cammino Editoriale Umbria 2005
Sacco Solismo Storia della Resistenza nella zona sud-ovest Trasimeno Quaderni Regione dell’Umbria 1991
Scarpocchi Sauro Diario di Bordo Artegraf Città di Castello 2006
Siti web
wwwarmandorocchi.it
wwwalbertostramaccioni.it
wwwbibliocastiglione.it
wwwcgilumbria.it/documenti/memoria27.01.2009
wwwcomunemagionepg.it
wwwcomunetuoro-sul-trasimeno.it
wwwcwgc.org
wwwiinfodatacamerawork.it
wwwpaesaggiregioneumbria.eu
wwwpoliziadistato.it
wwwquirinale.it
wwwtrasinet.it
wwwwikipedia.com
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1wwwarmandorocchi.it